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Sai quanta acqua consumi e come? Sai l’impatto che questo consumo ha sull’ambiente e sui cambiamenti climatici? E se ti dicessi che bastano piccoli gesti quotidiani per cambiare le sorti del nostro pianeta?

Queste sono le domande su cui siamo chiamati a riflettere nella Giornata Mondiale dell’Acqua dal tema “L’acqua e il cambiamento climatico”. Perché l’acqua è la nostra risorsa più preziosa: dobbiamo usarla in modo più responsabile. Infatti, con l’aumentare della popolazione globale, aumenta anche la domanda di acqua la cui disponibilità si sta restringendo anche a causa del cambiamento climatico, per esempio con le ondate di calore e la siccità. Dobbiamo bilanciare tutto il fabbisogno idrico della società garantendo che le persone più povere non vengano lasciate indietro. O si cambia subito, introducendo nuovi modelli di consumo sostenibile e anti-spreco dove l’acqua è maggiormente disponibile, come nei paesi occidentali, o il problema diventerà esplosivo.

Ognuno ha un ruolo da svolgere. Nella nostra vita quotidiana ci sono passi sorprendentemente semplici che possiamo fare tutti per affrontare il cambiamento climatico.

Il primo passo è capire quanta acqua consumiamo e come.

Ogni giorno un cittadino italiano consuma in media 250 litri (equivalenti al volume del bagagliaio di una Panda) per la propria igiene personale, per il bucato, per cucinare e bere. E in questo abbiamo il primato in Europa. Si consideri che tale consumo nel nord Europa è in media di circa 180 litri.

Ma, in realtà, il consumo idrico di ciascuno non è solamente legato alle attività per uso domestico. Per capire quanta acqua consumiamo complessivamente ogni giorno per la nostra vita dobbiamo calcolare la nostra “impronta idrica”. L’impronta idrica di un singolo è definita come il volume totale di acqua utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati da quell’individuo, quali gli alimenti, l’energia, i trasporti, i vestiti e i prodotti elettronici.

Per esempio, per coltivare, raccogliere, imballare, trasportare e conservare un chilogrammo di lattuga che arriva sulla nostra tavola vengono consumati in media 238 litri di acqua. Pensare che per un chilogrammo di carne bovina si usano 15.415 litri. In figura è riportata l’impronta idrica per ogni chilogrammo degli alimenti che consumiamo quotidianamente. Mentre il nostro corpo ha bisogno di circa 2 litri di acqua potabile al giorno, produrre il nostro cibo quotidiano richiede fino a 5.000 litri.

La produzione del cotone per i nostri vestiti è una delle colture che richiede più acqua al mondo, con circa 10.000 litri di acqua per ogni chilogrammo di cotone prodotto e circa 8˙000 litri di acqua consumati per ogni paio di jeans. Inoltre, circa l’80% dell’impronta idrica totale della coltura del cotone si trova in paesi come la Cina, il Pakistan, l’India e l’Uzbekistan, dove si riscontra scarsità idrica ed esistono problemi di inquinamento dell’acqua, distruzione di ecosistemi e deterioramento della salute delle persone.

Potete non rendervene conto, ma quando usate l’energia, state anche utilizzando molta acqua. Servono da 0.1 a 68 litri di acqua per ogni kWh di energia prodotta in funzione della fonte di energia utilizzata. Servono 7 litri di acqua per ogni litro di petrolio prodotto, 2.5 litri per ogni litro di benzina o diesel prodotti mentre il fotovoltaico e l’energia eolica non richiedono il consumo di acqua per la produzione di energia. Diventa fondamentale utilizzare l’energia in modo più efficiente in casa, passando ad elettrodomestici e lampadine ad alta efficienza energetica o spegnendo gli apparecchi elettronici quando non sono in uso. Così come guidare meno, utilizzare la bicicletta, il carpooling e i mezzi pubblici invece di veicoli a combustibile o a biocarburanti, preferire treni e navi all’aereo, potrebbe ridurre l’impronta idrica del 36% a persona in 1 anno!

Infine, i nostri cellulari richiedono materie prime estratte da tutto il mondo e il processo di produzione ha un’impronta idrica notevole, che è stimata introno ai 12˙760 litri per dispositivo.

Considerando quindi tutti i beni e servizi che consumiamo, l’impronta idrica di un cittadino italiano non è data solo dai 250 litri di acqua utilizzati quotidianamente per l’uso domestico ma viene stimata intorno ai 5.000-6.300 litri al giorno. In Madagascar, l’impronta idrica di un cittadino è in media circa pari a due terzi di quella di un cittadino italiano.

Per concludere, è importante tenersi informati per poter scegliere e avere la possibilità di cambiare le proprie abitudini di consumo. Ad esempio, si può pensare di ottimizzare l’utilizzo di acqua per uso domestico, ridurre gli sprechi alimentari e il consumismo, optando per l’acquisto di cibo o vestiti che hanno un minore impatto sulle risorse idriche. D’altra parte, optare per elettrodomestici ad alta efficienza energetica, guidare di meno, utilizzare la bicicletta o i trasporti pubblici invece di veicoli a combustibile o a biocarburanti, e cambiare i propri dispositivi elettronici solo quando diventa necessario.

Il vostro stile di vita può essere più sostenibile in termini di impronta idrica! Un piccolo sforzo per conservare l’acqua genera benefici enormi e ogni cittadino può avere un impatto significativo!

Vuoi scoprire se il tuo stile di vita è sostenibile e anti-spreco e ragionare su quali attività dovresti ottimizzare? Puoi scoprire la tua impronta idrica sul sito: www.aquapath-project.eu/footprint/.

Beatrice Cantoni
Dottoranda in trattamento delle acque