In alcuni settori più di altri, la differenza di genere è un fatto evidente, e la scienza è uno di questi. Basta fare un piccolo esercizio elencando le prime 10 menti illuminate che si sono distinte in questo settore per renderci subito conto che la maggior parte sono uomini. Non è una cosa strana, sembra non sconvolgere nessuno e senza dubbio lo fa ancora meno se si pensa a come era il mondo fino a qualche tempo fa. La mia bisnonna, dotata di un’intelligenza brillante e fuori dal comune (a detta dei suoi insegnanti), dovette abbandonare prematuramente la scuola perché la sua famiglia non riusciva a pagare l’istruzione di tutti i figli mentre i suoi fratelli, maschi, poterono continuare gli studi e fecero una brillante carriera come medici.

“La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell’altro incoraggiato.” (Rita Levi Montalcini)

Se si pensa alla condizione femminile nel corso della storia, appare evidente come la società abbia condizionato e oppresso le donne nella possibilità di esprimere e coltivare liberamente le loro passioni e la loro vocazione. La donna veniva concepita come inferiore rispetto all’uomo in termini di intelligenza, capacità e volontà ed è questo dato culturale che spiega perché le donne nel corso della storia siano state impossibilitate a far sentire la loro voce, soprattutto in alcuni settori.  È il motivo, anche, per cui ancora oggi permangono forti differenze di genere nel campo degli studi scientifici: meno del 30% dei ricercatori nel mondo sono donne e solo il 30% delle ragazze intraprende un indirizzo scientifico alle scuole superiori.

Per fortuna, questo retroscena culturale non ha impedito a donne eccezionali di lottare ed emergere nel corso della storia, insegnandoci che il mondo rimane lo stesso se non si ha il coraggio di immaginarlo diverso e di inseguire i propri sogni, anche se per farlo si devono rompere schemi di pensiero e di comportamento rigidi e immutati. Ricordiamo con orgoglio alcune “Donne nella scienza” come Ipazia di Alessandria, matematica e astronoma che passò alla storia per la sua grandi capacità divulgative e per la sua generosità nel trasmettere il sapere. O ancora Marie Curie, prima donna a ricevere il premio Nobel per la Fisica nel 1903 e unica donna ad averne ricevuti due, il secondo per la chimica. Arrivando ai giorni nostri con Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina o ancora Fabiola Giannotti, direttrice generale del CERN. La lista di ieri e di oggi potrebbe continuare. Questi sono solo alcuni nomi di donne eccezionali che, oltre ad aver portato il genere umano verso nuovi e maggiori livelli di conoscenza in campo scientifico, hanno avuto il grande merito di inseguire con coraggio e determinazione le loro passioni, combattendo contro stereotipi di genere e preparando un mondo più equo di cui oggi noi dovremmo fare tesoro. 

Quello che nel nostro piccolo possiamo fare è non dare per scontato i traguardi che la nostra società ha raggiunto, continuando a lottare per un mondo in cui non ci siano più assurde discriminazioni di genere e in cui a tutti vengano date le medesime opportunità, a prescindere dalla classe sociale di appartenenza, cosa ancora molto difficile soprattutto in alcuni Paesi del mondo.

Le donne, che storicamente e culturalmente si sono occupate della cura della casa e dei figli, possono portare nel mondo della scienza un approccio più sensibile e attento alla cura e alla protezione del pianeta e delle persone che lo abitano, promuovendo un modello di sviluppo più sostenibile e equo in cui ci sia cura e salvaguardia di quello che ci circonda.

Oggi, 11 Febbraio, si celebra la “Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza” perché ce n’è bisogno, per ricordare quanto sia difficile il cammino verso la parità di genere in questo settore e incoraggiare le donne ad inseguire la propria vocazione, contro ogni pregiudizio e stereotipo, mettendo la loro sensibilità, innovazione e creatività al servizio di uno sviluppo più rispettoso dell’ambiente e del mondo che ci circonda. 

Claudia Nafissi
Socia di Kukula Onlus