Conservare, dal latino conservàre, composto dalla particella cum (con) e dal verbo servare (salvare). Pensate a quante cose nella nostra vita abbiamo conservato, ovvero salvato dal tempo: oggetti di quando eravamo piccoli, fotografie, ma anche ricordi e aneddoti che abbiamo racchiuso nella memoria. L’importanza di proteggere cose o persone a noi care è da sempre parte fondamentale dello spirito umano. Proteggere la Terra, la nostra casa comune, intesa non solo come luogo ospitante la vita umana, ma tutte le specie viventi, dovrebbe dunque rappresentare una necessità. Ma perché non lo stiamo facendo?            

La Terra ci nutre, ci protegge, ci offre risorse imprescindibili per la vita umana. Eppure, proprio l’uomo, con le sue attività, la sta “dissanguando”: con lo sfruttamento insostenibile delle risorse, con l’agricoltura intensiva, con la deforestazione incontrollata. Mettendo in pericolo non soltanto la nostra capacità di fronteggiare la crisi climatica, ma anche le nostre condizioni di vita. Risulta evidente la necessità di prendersi cura della Terra, della sua meravigliosa natura e delle risorse che questa offre, proprio come fosse un cimelio antico a cui noi siamo affezionati.

Ma di chi è compito salvaguardare il nostro pianeta? Il pianeta che abbiamo a disposizione è uno ed è compito di tutti tutelarlo e rispettarlo. L’obiettivo, in fondo, è solo uno: generare il cambiamento che la Terra necessita per sopravvivere. Siamo tutti coinvolti, anche i singoli cittadini che – insieme – devono prendere coscienza del proprio potere in quanto consumatori, persone votanti e membri di una comunità che chiede a gran voce un’inversione di rotta. Tutti siamo importanti!

Ciononostante, sembra che alcuni di noi se ne siano dimenticati. Negli ultimi decenni i bisogni dell’uomo si sono moltiplicati, bisogni che vengono soddisfatti ogni giorno utilizzando risorse non rinnovabili che danneggiano il pianeta. Ci siamo progressivamente alienati dalla natura finché questa, con le sue manifestazioni di insofferenza al nostro agire, ci ha ricordato la nostra vulnerabilità.

Tutte le attività umane che generano rifiuti, immettono inquinanti nell’aria e impattano la biodiversità, se considerate singolarmente, possono sembrare insignificanti, ma sommate su tutta la popolazione terrestre raccontano una storia nella quale la protagonista, la natura, affronta una serie di prove davvero difficili. Dovremmo imparare dai capitoli passati e provare a scrivere pagine migliori, rimodulando i nostri bisogni, educandoci ad azioni consapevoli e agendo a livello comunitario. Con la consapevolezza che l’insieme di tante piccole azioni virtuose può portare benefici all’intero pianeta, potremo finalmente svoltare la trama della nostra storia.

Oggi, 28 luglio, è il World Conservation Day, un giorno che offre innumerevoli spunti di riflessione sui nostri comportamenti, non solo come cittadini del mondo ma anche come custodi di questo. Se è vero che l’individuo riconosce nel concetto di casa un’estensione di sé stesso, arredandola, tenendola in ordine, assegnandole la valenza di rifugio sacro, dovremmo estendere questa visione alla nostra casa comune, il pianeta Terra.

Eugenia Naty, Andrea Scialabba, Lorenzo Pezzati