Questa storia inizia con l’Abbecedario, il libro per insegnare l’alfabeto e le prime letture, il libro che Pinocchio teneva sotto il braccio nella “strada che menava alla scuola”.

Forse Pinocchio non verrà ricordato come il fan numero uno dell’educazione, ma nella sua storia ci sono molti elementi tipici del processo educativo, primo fra tutti la presenza dei Bambini. I bambini sono al tempo stesso i principali fruitori e vettori dell’educazione, sono coloro che imparano, che acquisiscono il sapere e che da adulti insegnano ad altri bambini.

Questo rapporto di causa-effetto tra imparare e insegnare ha posto le fondamenta per la diffusione della Conoscenza. La conoscenza che si tramanda di generazione in generazione, di epoca in epoca. La conoscenza che diventa oggetto del processo educativo.

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” disse Ulisse ai suoi uomini prima di attraversare lo Stretto di Gibilterra. Tramite queste parole Dante Alighieri dichiarava il seguir la conoscenza come unica ragione dell’esistenza umana. Lui sì che era una fan dell’educazione.

Non sempre però il processo educativo riesce a far emergere l’ingegno dei soggetti coinvolti. La circolarità dell’insegna-impara-insegna può essere interrotta da sistemi educativi imperfetti. Ciò è accaduto ad esempio ad Einstein, genio indiscusso della fisica e della matematica con alle spalle un deludente profilo scolastico. Questo caso mette in luce l’imperfezione e, non a caso, la “relatività” del processo educativo.

Per sua fortuna il piccolo Einstein è cresciuto in una Famiglia che ha alimentato il fuoco del suo ingegno. La madre lo iscrisse a lezioni di violino, il padre lo introdusse agli studi scientifici e lo zio lo stimolava con numerosi problemi matematici. Il ruolo dei Genitori è fondamentale nel processo educativo di qualsiasi individuo. Sono l’elemento chiave dell’educazione del singolo, complementare alle scuole e in più in generale ai sistemi di formazione e informazione di carattere collettivo.

Mentre il ruolo del genitore è sempre stato una costante nel processo educativo più intimo, gli stimoli esterni a quelli familiari si sono evoluti nel corso della storia, aumentando di numero e complessità. Esempi emblematici di questa entropia sono i social network, protagonisti della diffusione della conoscenza, il cui veicolo principale è l’Hashtag, un potente Virgilio nell’universo dantesco dei contenuti web. Per avere un’idea della grandezza del fenomeno, andando su Instagram e scrivendo #educazione oppure #education, escono rispettivamente 238 mila e 23 milioni di risultati. Nell’aprire e creare i diversi contenuti si attiva così un processo educativo, dove insegnanti e alunni si mescolano continuamente.

Ma tutto questo non sarebbe mai stato possibile senza l’avvento di Internet, croce e delizia dell’educazione nel ventunesimo secolo. Grazie a internet la conoscenza è più veloce, immediata, disponibile, abbondante, superficiale; la medietà dell’informazione che prevale sulla profondità. Per citare Baricco, “La medietà è veloce. Il genio è lento. Nella medietà il sistema trova una circolazione rapida delle idee e dei gesti: nel genio, nella profondità dell’individuo più nobile, quel ritmo è spezzato. Un cervello semplice trasmette messaggi più velocemente, un cervello complesso li rallenta”. Le nostre menti sembrano essersi adattate a questa nuova forma di comunicazione, ma il processo educativo si è evoluto di conseguenza? L’educazione si è adattata a questa medietà?

Per comprendere lo stadio evolutivo attuale dell’educazione è necessario ripercorrere alcuni degli elementi che l’hanno caratterizzata nel corso della storia. Derivante dall’unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre (“condurre”), educare significa letteralmente “tirar fuori”. Non è un caso che la sua etimologia provenga dal Latino, strumento protagonista nella storia dell’educazione, sia passata che presente. Il latino è stato per più di un millennio la lingua della cultura nel mondo occidentale, parte integrante del processo comunicativo/educativo per i romani e per la Chiesa, trasversale a tutte le materie, sia umanistiche che scientifiche. Oggi è utilizzato nelle scuole, soprattutto in Italia ma anche oltre i confini nazionali, col duplice fine di diffondere virtute e canoscenza agli studenti dei vari licei.

Il sistema che è riuscito a interpretare al meglio il significato dell’educazione è stato il metodo ideato da Maria Montessori. Tale metodo, che si basa sull’indipendenza e sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo, è finalizzato a “tirar fuori” il talento e le capacità di ciascun individuo. “Ognuno, nella vita, ha una funzione che non sa d’avere e che è in rapporto col bene degli altri. Lo scopo dell’individuo non è di vivere meglio, ma di sviluppare certe circostanze che sono utili per altri.”. Con queste parole Maria Montessori descrive perfettamente l’ideologia alla base delle sue teorie.

Uno degli elementi che la Montessori riteneva fondamentale per il percorso educativo dell’individuo è il rapporto con la Natura. Sosteneva che i bambini avessero poche occasioni di entrare in contatto con la natura e promuoveva un loro coinvolgimento in attività relative all’agricoltura e alla cura di piante e animali. Molte sono le scuole che hanno incominciato a proporre questo tipo di approccio, dove le lezioni vengono tenute in veri e propri boschi. In un’epoca in cui non è più possibile immaginare classi piene di ragazze e ragazzi, l’idea di una scuola all’aria aperta che non ha più pareti ma alberi, risponde perfettamente al bisogno di trovare nuovi luoghi di apprendimento.

A causa della pandemia la quasi totalità degli istituti di formazione ha dovuto stravolgere le modalità di insegnamento; le scuole all’aperto sono un esempio, ma per quelle realtà che non hanno la possibilità di scegliere la via della natura, lo spostarsi Online è stata l’unica soluzione. Tale fenomeno è in crescita dall’inizio del ventunesimo secolo e con la pandemia da Covid-19 ha visto una vera e propria rivoluzione. L’education-line è oggi rappresentata da insegnanti più o meno esperti che sviluppano nuovi contenuti educativi, su qualsiasi tipo di argomento, fruibili da remoto. Università, Master, lezioni di matematica, lezioni di pianoforte, corsi di cucina, corsi da sommelier. È emerso che qualsiasi cosa può essere insegnata e imparata da remoto.

Tutte queste considerazioni sono pane quotidiano per gli studiosi e gli esperti di Pedagogia, la scienza che mira a comprendere l’educazione e la formazione dell’individuo e a capire se le mutazioni del processo educativo sono causa o effetto dell’evoluzione umana. Come siamo passati dall’“era ABC”, dove i bambini passeggiano con il loro abbecedario verso la scuola, all’“era QWERTY”, dove i bambini possono scoprire il mondo con un semplice dito sulla tastiera? E cosa ci sarà dopo?

Qualunque cosa accadrà, la speranza è quella di non perdere la diritta via verso la virtute e conoscenza. Questo era il desiderio di uno dei più grandi scrittori e pedagogisti svizzeri Jean-Jacques Rousseau. Attraverso il suo romanzo “Emilio o dell’educazione”, lo scrittore auspica a un sistema educativo che accresca la conoscenza dell’individuo, assecondandone i bisogni e le sue inclinazioni, educandolo al mondo naturale e alla Società. Emilio come rappresentante di un’umanità buona e di una società diventata consapevole grazie a un paradigma educativo perfetto.

L’educazione di oggi tenta di raggiungere questo scopo, posizionandosi con un sistema che si basa sul trinomio TalentoUguaglianza Voto. Risulta complesso conciliare questi tre aspetti in unico processo: garantire l’espressione delle capacità di ciascuno (talento), allo stesso modo per tutti (uguaglianza), basandosi su un sistema meritocratico (voto). Oggi, 24 gennaio, nella Giornata Internazionale dell’Educazione, emerge come fondamentale il tema dell’uguaglianza. Molti hanno studiato e progettato sistemi educativi innovativi, ma è fondamentale concentrarsi su chi un sistema educativo non ce l’ha. Le Nazioni Unite si stanno muovendo in questa direzione tramite gli impegni per raggiungere l’obiettivo 4 di sviluppo sostenibile: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti. Per riprendere Ulisse: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per garantir a tutti virtute e canoscenza”.

Dopo aver percorso la storia dell’educazione penso a ciò che per me la rappresenta al meglio: lo Zaino. Lo Zaino scrigno della mia esperienza educativa. Riesco a vedere tutti i libri, i quaderni, i vocabolari di latino, i bigliettini, gli astucci, i diari. Mi fa pensare a quanto è stata importante per me la scuola e tutto ciò che la riguarda. Come si sente chi non può più provare questa sensazione perché costretto a stare a casa per via della pandemia? Come si sente chi non l’hai mai provata perché cresciuto in zone del mondo senza scuole e istruzione?

E voi, come vi sentite?

Andrea Marincola
Socio di Kukula Onlus