Foto di: Claudio Graziani

 

Oggi vogliamo parlarvi di uno dei nostri progetti: sentimento agricolo.

L’agricoltura rappresenta il settore prevalente in Madagascar, occupando circa il 74% della forza lavoro totale e contribuendo al 21,5% del PIL nazionale. Tuttavia, attualmente, solo il 5% della superficie territoriale del Paese risulta coltivato, e di questo solo il 16% è irrigato. Inoltre, l’agricoltura è tuttora praticata con metodi antiquati e scarsamente produttivi, ed è in larga misura dipendente dalle diverse condizioni meteorologiche. Tali condizioni portano alla necessità di importare elevati quantitativi di alimenti, in quanto l’isola non risulta al giorno d’oggi in grado di raggiungere i livelli di pura sussistenza.

La pratica agricola maggiormente comune in Madagascar è lo “Slash-and-Burn”, tecnica attraverso la quale gli agricoltori disboscano e bruciano estese superfici forestali per ricavare appezzamenti di terreno coltivabile. Tale tecnica conduce inevitabilmente alla distruzione di interi ecosistemi, causando una diminuzione delle quantità di carbonio sequestrato e minacciando fortemente la biodiversità del Paese.

Secondo quanto riportato dalla FAO, il Madagascar è il quinto paese al mondo per l’esposizione ai rischi connessi al cambiamento climatico ed il primo in Africa. Secondo le statistiche, negli ultimi 30 anni si è registrato un danno economico di più di 1 miliardo di dollari dovuto a calamità naturali come siccità, terremoti, alluvioni, cicloni e temperature estreme.

Coscienti di questo contesto e dell’importanza della cura del terreno ai fini di un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale e dell’ecosistema dell’isola, abbiamo avviato presso il villaggio di Antintorona (Nosy Komba, Madagascar) un progetto di sviluppo agricolo. L’obiettivo del progetto è quello di garantire sistemi di produzione alimentari sostenibili e di promuovere metodi e tecniche agricole che possano aumentare la produttività, compatibilmente con la salvaguardia degli ecosistemi dell’isola e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Nello specifico, abbiamo avviato, in collaborazione con alcuni ragazzi del villaggio, un modello di sviluppo agricolo sostenibile e replicabile in altri contesti mediante l’introduzione dell’Agricoltura Sinergica, metodo agronomico applicabile esclusivamente in regime di agricoltura biologica. Tale modello prevede inoltre:

  • La diversificazione della produzione mediante l’introduzione di nuove varietà di colture.
  • L’introduzione di metodi di compostaggio mediante una migliore gestione dei rifiuti organici del villaggio, utili per la fertilità del suolo.
  • La costruzione di una serra per proteggere il raccolto durante la stagione pluviale e monitorare i vantaggi in termini di produttività e aumento dei profitti dell’area agricola, su cui inizieremo a lavorare nei prossimi mesi.

Tutte queste attività vengono accompagnate giorno dopo giorno da una completa e attenta formazione agli abitanti del villaggio, essenziale per condividere le metodologie e trasmettere l’importanza di quanto imparato.

Non appena la produzione sarà sufficiente, avvieremo insieme ai ragazzi del villaggio che lavorano al progetto agricolo un piccolo mercato per la vendita dei prodotti a km zero all’interno del villaggio stesso e istituiremo collaborazioni per l’esportazione di prodotti locali nei villaggi circostanti. Per il momento riusciamo a fornire i surplus di frutta e verdura ad alcune famiglie e abitanti di Antintorona.

Crediamo che gli effetti positivi portati dall’introduzione di queste nuove tecniche agricole possano stimolare gli agricoltori dell’isola a ricercare e adottare pratiche ancora più efficienti e meno impattanti sull’ambiente circostante.

Il progetto è allineato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Nello specifico, il progetto di sviluppo agricolo del villaggio di Antintorona persegue il secondo (SGD2), il dodicesimo (SGD12) e il diciassettesimo (SGD17) obiettivo dei 17 Sustainable Development Goals:, rispettivamente:

  • Zero hunger: porre fine  alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.
  • Responsible consumption and production: garantire modelli sostenibili di produzione e consumo.
  • Climate action: rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Giulia Ercolani